I telefoni squillano ormai a ogni ora, spesso per merito degli onnipresenti call center commerciali e truffaldini. Molti si chiedono come sia possibile che sconosciuti ottengano il proprio numero senza alcuna autorizzazione esplicita. In realtà, il percorso che porta questi operatori a disporre dei nostri contatti è sorprendentemente articolato e coinvolge un mercato nascosto, tecnologie avanzate e, a volte, ingenuità da parte nostra. Capire questi meccanismi è fondamentale per difendere la propria privacy nel panorama digitale attuale.
Le modalità di raccolta dei numeri di telefono
I call center ricorrono a una vasta gamma di tecniche per ottenere numeri di telefono. Il passaggio più comune è dato dalla nostra stessa abitudine di inserire il numero quando ci registriamo su siti web, partecipiamo a concorsi, scarichiamo app o aderiamo a newsletter. Spesso consentiamo l’utilizzo del nostro numero per finalità di marketing accettando condizioni generiche o informative sulla privacy poco trasparenti, a volte anche a causa di caselle pre-selezionate che autorizzano la cessione a terzi senza la reale consapevolezza dell’utente.
I nostri dati vengono così archiviati in database che possono finire nelle mani di società di marketing, essere venduti o trafugati in seguito a violazioni informatiche. In molti casi, tali database vengono addirittura messi in vendita sul dark web, alimentando un vero e proprio mercato nero delle informazioni personali. Non solo: esistono siti specializzati che aggregano dati pubblici, social network, forum e registri ufficiali, permettendo a terzi di accedere facilmente a numeri di telefono, indirizzi e altri dati sensibili.
Lead generation e il ruolo dei data broker
Uno dei principali attori in questo mercato è rappresentato dai data broker: aziende che si occupano professionalmente di raccogliere e vendere dati personali a soggetti terzi, tra cui figurano moltissimi call center. Attraverso tecniche di lead generation — cioè l’acquisizione sistematica di contatti tramite moduli online, concorsi a premi, sondaggi e offerte allettanti — questi intermediari costruiscono enormi elenchi di contatti spesso privi di un consenso informato e consapevole.
Molte piattaforme digitali, una volta raggiunta una vastità di dati, cedono le informazioni a numerose aziende specializzate. In altri casi, i dati vengono raccolti tramite sondaggi apparentemente innocui o proposte promozionali che, in realtà, servono esclusivamente ad alimentare questi database. Nel momento in cui il nostro numero finisce in uno di questi elenchi, può essere rivenduto ripetutamente senza alcun controllo, finendo così nelle mani di decine di call center diversi.
Data scraping, predictive dialing e altre tecniche automatiche
Le tecniche a disposizione delle aziende non si fermano alla raccolta passiva: molti servizi adottano il data scraping, ovvero software automatizzati che estraggono dati come numeri telefonici direttamente da siti web, profili social, forum pubblici o rubriche online. Questi sistemi non richiedono alcuna autorizzazione: sono in grado di setacciare in modo massiccio la rete e compilare liste di contatti sfruttando qualunque fonte disponibile — spesso in violazione del GDPR e delle norme sulla privacy.
Un altro metodo inquietante è il cosiddetto predictive dialing: software che generano numeri telefonici a caso e li chiamano in sequenza finché qualcuno risponde. Quando rispondiamo a una chiamata sospetta, anche solo per curiosità, segnaliamo involontariamente che il numero è attivo. Da quel momento, la frequenza delle chiamate tende a impennarsi, poiché il sistema ha la conferma che il recapito è valido e raggiungibile.
Non va poi sottovalutato il rischio di furti fisici: documenti gettati con superficialità, come bollette o lettere che riportano il nostro recapito, possono essere recuperati e utilizzati per scopi commerciali o fraudolenti da malintenzionati. Inoltre, la presenza del proprio numero di telefono su annunci pubblici, siti e marketplace favorisce la raccolta indiscriminata delle informazioni personali da parte di operatori senza scrupoli.
Lo spoofing del numero e le truffe telefoniche
Oltre alla raccolta indiscriminata dei contatti, molti call center utilizzano strategie sofisticate per aggirare i filtri anti-spam e stimolare la risposta dell’utente. Una delle più comuni è lo spoofing del numero di telefono: in pratica, chi effettua la chiamata maschera l’identità, facendo apparire sul display un numero locale, familiare o addirittura simile a quello di enti autorevoli come banche e istituzioni. Questa tecnica sfrutta la tecnologia VoIP per generare numeri virtuali sempre diversi e difficilmente bloccabili. Il risultato è un flusso di chiamate apparentemente innocue, che però hanno lo scopo di aggirare le difese offerte da smartphone e app anti-spam.
L’impersonificazione telefonica non serve solo a promuovere offerte commerciali, ma può diventare pericolosa quando il fine è convincere la vittima a comunicare dati personali, finanziari o a compiere azioni dannose (come fornire i dati della carta di credito, effettuare bonifici o installare software dannosi). L’utilizzo di numeri sempre diversi rende difficile tracciare e bloccare le fonti, rendendo il contrasto a queste pratiche una vera sfida sia per i singoli utenti che per le autorità.
Il ruolo delle autorità e i diritti degli utenti
La normativa europea, in particolare il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), prevede il diritto dell’utente di richiedere la cancellazione o la limitazione dei trattamenti dei dati personali, compresa la rimozione dai database dei call center non autorizzati. Eppure questi diritti vengono spesso elusi dalle continue evoluzioni del mercato dei dati e dalla scarsa trasparenza di molte informative privacy.
Le autorità garanti collaborano con le grandi piattaforme tecnologiche e le compagnie telefoniche per identificare e sanzionare i responsabili di pratiche illecite. Tuttavia, la diffusione e il ricambio rapido dei numeri utilizzati dai call center e la facilità con cui i dati vengono diffusi online complicano notevolmente l’azione di contrasto. Importante risulta, quindi, una solida consapevolezza da parte dell’utente e l’utilizzo di strumenti come app anti-spam e registri delle opposizioni per limitare i fenomeni più invasivi.
Tecniche di autotutela e prevenzione
Dal punto di vista pratico, esistono numerose accortezze utili a difendere la propria privacy e ridurre la probabilità di essere contattati senza autorizzazione:
- Leggere con attenzione le informative sulla privacy e rifiutare i consensi non indispensabili, evitando di fornire il proprio numero di telefono se non strettamente necessario.
- Mantenere privato il numero di telefono su social network e forum pubblici, disabilitando la visibilità delle informazioni nei profili pubblici.
- Utilizzare applicazioni anti-spam aggiornate che intercettano e filtrano automaticamente le chiamate sospette.
- Iscriversi al Registro delle Opposizioni per limitare le possibilità di essere contattati a fini commerciali.
- Non rispondere a chiamate provenienti da numeri sconosciuti o sospetti, specialmente se segnalati come spam dai sistemi di identificazione.
- Eliminare i documenti contenenti dati personali attraverso la distruzione fisica piuttosto che gettarli tra i rifiuti comuni.
Comprendere e riconoscere i meccanismi con cui i call center ottengono numeri telefonici senza consenso è il primo passo per limitare le intrusioni nella propria vita privata e preservare la sicurezza dei propri dati in un mondo sempre più orientato alla profilazione commerciale e tecnologica.








