Microrganismi EM e Zeoliti per prevenire lo stress salino per evitare perdite alla produzione
Le piante sono legate al loro ambiente, dove di solito vivono naturalmente protette e sono in grado di concludere il ciclo vitale. Tuttavia esse sono esposte ad ampie modificazioni delle condizioni ambientali e a numerosi fattori di stress che, secondo la durata e l’intensità, riducono la vitalità delle piante stesse.
La crescita e lo sviluppo dipendono dalle interazioni del genotipo (informazioni contenute nel codice genetico della pianta a livello dei cromosomi) con vari fattori esterni, come intensità luminosa, temperatura, disponibilità idrica e di nutrienti e salinità.
Ogni volta che nell’ambiente si verifica una variazione di tali fattori, in difetto o in eccesso, si parla di “stress” perché l’organismo vivente soggiace a modifiche potenzialmente dannose. Alcune volte le piante si organizzano internamente per impedire alle cellule di subirne le conseguenze evitando le condizioni sfavorevoli (elusione dello stress), altre volte esse sopravvivono normalmente tollerando le condizioni sfavorevoli (tolleranza allo stress).
Dunque esse sono capaci di sviluppare particolari meccanismi di sopportazione, ma in ogni caso restano esposte a improvvisi fenomeni di stress di breve o lungo termine che riducono l’attività cellulare e la crescita delle piante, portandole nei casi più gravi alla morte.
Soprattutto nelle colture in vaso questo aspetto riveste un ruolo importante, in quanto le piante soggette a substrati salini presentano sia stress di tipo osmotico sia fenomeni di tossicità che generalmente determinano un apparato radicale indebolito, una scarsa capacità di assorbimento dei nutrienti e una bassa attività fotosintetica. Tutto questo si traduce in una consistente perdita della produzione.
In questo articolo vengono presentati i risultati di piante di Euphorbia e Crassula portulacea coltivate in substrati alternativi a base di zeolititi e microrganismi Em, a cui è stato somministrato mensilmente cloruro di sodio. Ciò per valutare se le zeoliti e i microrganismi possano avere una qualche influenza nella resistenza delle piante allo stress salino.
Risultati e conclusioni dello studio
La prova ha dimostrato come le zeoliti e i microrganismi EM possano migliorare le caratteristiche qualitative e di coltivazione di specie lente a crescere come l’Euphorbia e la Crassula portulacea, nonostante la somministrazione mensile di NaCl.
Per quanto riguarda le piante di Euphorbia, si nota come le miscele che contenevano chabasite al 20% e chabasite al 20% più EM abbiano significativamente incrementato l’altezza delle piante, il numero di foglie , il numero di fiori e il peso totale della pianta.
Anche in Crassula portulacea nelle tesi chabasite 20% e chabasite 20% più microrganismi EM si nota un aumento significativo dell’altezza delle piante, del numero delle foglie e del peso fresco totale delle piante. In particolare 13.21 e 19.53 cm rispettivamente, contro 8.13 cm del controllo per l’altezza delle piante, 22.33 e 28.05 contro 16.13 del controllo per il numero di foglie e 35.31 e 41.50 contro 29.44 per il peso totale delle piante.
L’utilizzo delle zeoliti e dei microrganismi EM può quindi garantire, come dimostrato da questa prova, un evidente miglioramento qualitativo delle piante in coltivazione in termini di sviluppo delle piante, di sviluppo radicale e del numero e durata dei fiori. Dai dati mostrati è inoltre evidente che il trattamento con i microrganismi e le zeoliti nei substrati di coltivazione ha la capacità di modulare l’entrata del sale all’interno della pianta.
In particolare i microrganismi EM, che probabilmente sono in grado di stimolare il sistema ormonale e trattenere il sodio, garantiscono alla pianta di poter superare questo tipo di stress. Sia per le zeoliti che per i prodotti a base microbica è importante sottolineare come l’utilizzo di materiali di qualità e certificati sia di fondamentale importanza per avere risultati omogenei e ripetibili.
Materiali e metodi
Le sperimentazioni, iniziate i primi giorni di ottobre 2016, sono state effettuate presso un coltivatore di Rosignano Solvay (LI) su piante di Euphorbia e Crassula portulacea. La sperimentazione ha riguardato talee radicate di 3 cm per Euphorbia e 4cm per Crassula portulacea, poste in vaso ø 10 cm, in tre diverse miscele di substrati per valutarne la crescita e la fioritura. Sono state utilizzate 50 piante per 3 repliche, per 3 tesi, 450 piante in totale per ogni specie in coltivazione, in uno schema sperimentale completamente randomizzato. A queste è stato aggiunto 50 mM di NaCl una volta ogni 15 giorni.
Le 3 tesi sperimentali in coltivazione sono state:
- controllo (CTRL): terriccio per acidofile 40%, lapillo vulcanico 30%, sabbia al quarzo 30%, concime trivalente 7-14-21;
- Trattato (T1): terriccio per acidofile 40%, chabasite 20%, sabbia al quarzo 40%, concime trivalente 7-14-21;
- Trattato (T2): terriccio per acidofile 40%, chabasite 20%, sabbia al quarzo 40%, microrganismi EM diluizione 1:100 (bagnatura radicale e trattamento una volta al mese), concime trivalente 7-14-21;
Per ogni specie in coltivazione sono stati valutati: l’altezza della pianta, il numero di foglie, il numero di fiori (per Euphorbia) e il peso fresco totale della pianta.